1. Problem Solving: un gioco di squadra, che richiede abilità comunicative, sinergia, definizione di ruoli e dell'obiettivo comune: i ragazzi ci hanno davvero stupiti! |
Molto spesso ci troviamo a confrontarci con insegnanti, educatori, sul tema formazione/educazione: tanti ed articolati sono i programmi didattici, stretti i tempi da rispettare, scanditi da mille altri impegni (riunioni, collegio docenti, udienze, preparazione di verifiche ecc...); il tutto da inserire ovviamente in quella che è la vita normale di una persona, fatta di famiglia, hobby, impegni domestici, tempo libero....
Fare gli insegnanti, oggi soprattutto non è assolutamente facile. Alla scuola sono attribuiti sempre più nuovi "compiti" legati alla socializzazione dei ragazzi; compiti che un tempo erano squisitamente della famiglia ma che ora, con l'evoluzione delle strutture famigliari, la riduzione della presenza dei genitori, le "nuove" famiglie allargate, ricostruite... una situazione complessa che vede i nostri giovani essere presenti nel contesto scolastico per circa la metà del loro tempo "attivo" - senza conteggiare il dormire - a scuola.
2. Sensibilizzazione alle tematiche del primo soccorso: dopo la
spiegazione teorica i ragazzi hanno "interpretato" una scena
di un soccorso
|
Ecco che quindi gli insegnanti si trovano non solo a ricoprire il loro storico ruolo di educazione (seguire quindi i programmi, insegnare a far di conto, a leggere e scrivere ecc....) ma anche a svolgere una ulteriore educazione, che le famiglie faticano a fare, come per esempio proporre nuove esperienze. La società ci richiede sempre più abilità e competenze, come per esempio la capacità di lavoro di gruppo, la capacità di risolvere i problemi, competenze comunicative, empatia e molto altro ancora.
La formazione esperienziale puo' aiutare molto in questo, come ottimo strumento metodologico per aiutare i ragazzi a divenire più consapevoli e riflessivi, stimolando le loro specifiche abilità e capacità. Lo dice la parola stessa: formazione, quindi dall'esperienza. Sembra molto facile e quasi banale come concetto, ma racchiude in sè un attento lavoro di gestione. Ma che cos'è realmente un'esperienza? Tutti i giorni noi, in modo più o meno consapevole facciamo "esperienze". Se proviamo a riflettere sulla nostra giornata però forse riusciamo a fatica ad individuare le esperienze del giorno. Perchè? Perchè di fatto ci accorgiamo di aver vissuto una esperienza solo quando ci è accaduto qualcosa di nuovo, di diverso, di particolare. Come fare quindi con i ragazzi?
Proporre ai nostri giovani attività nuove, in contesti particolari, può essere una soluzione: far vivere loro nuove esperienze, dalle quali poi imparare, per affinare quelle abilità e capacità che il mondo esterno richiede. Attenzione però, non è sufficiente che i ragazzi svolgano una nuova attività o facciano una nuova esperienza... la formazione esperienziale non è questo. La formazione esperienziale è "imparare dall'esperienza vissuta, trarne delle concettualizzazioni che possano andare bene anche per altre occasioni di vita. Il fulcro quindi è la riflessione. Fare delle esperienze ed esserne consapevoli, implica per forza di cose il riflettere sulle esperienze: cosa ho sentito, cosa ho visto, come sono stati stimolati i miei sensi (vista, udito, olfatto, tatto, gusto), che sensazioni ho provato, che emozioni ho sentito, come mi sono comportato. La riflessività è la base della maturazione della personalità nei nostri giovani. Una volta sviscerato, possiamo trarre delle conclusioni, dei concetti che saranno i miei nuovi " strumenti degli attrezzi" per altre occasioni di vita, a disposizione per una nova esperienza. L'uso della metafora è il punto cardine della formazione esperienziale.
Far vivere ai nostri ragazzi esperienze nuove, seguite da de briefing (riflessioni) e lavorare assieme per trovare delle concettualizzazioni è sicuramente un buon metodo per aiutare i giovani a scoprire loro stessi, a crescere e socializzare, per sviluppare autostima, capacità di stare in gruppo e molte altre abilità utili da mettere in campo della loro vita.
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